(L'articolo è apparso per la prima volta in The Times of India il 31 luglio 2021)
- Al centro dei recenti problemi di Facebook, sostiene il libro, c'è stata la concezione semplicistica della libertà di parola di Mark Zuckerberg, che si rifiuta di eliminare la disinformazione, l'incitamento all'odio e la retorica infiammatoria, sostenendo in ogni caso che "l'unico modo per combattere le cattive informazioni è con una buona informazione". Questa nozione insensata naturalmente non ha alcuna difesa contro le campagne di odio concertate e la semina deliberata di confusione e caos. La piattaforma amplifica attivamente questi tentativi, data la natura dell'algoritmo. Mancando di un quadro di principio sul discorso e inseguendo con determinazione il coinvolgimento e le entrate, Facebook ha dato libero sfogo anche alle provocazioni di Donald Trump, lasciandosi usare per pianificare la violenza del Campidoglio...
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