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Twitter ha revocato il divieto di disinformazione sul COVID: la ricerca mostra che questo rappresenta un grave rischio per la salute pubblica

Questo articolo è apparso per la prima volta The Conversation Il 1 dicembre 2022

La decisione di Twitter di non applicare più la sua politica di disinformazione sul COVID-19, pubblicata tranquillamente sulla pagina delle regole del sito ed elencata come effettiva dal 23 novembre 2022, ha seriamente preoccupato ricercatori ed esperti di sanità pubblica per le possibili ripercussioni.

La disinformazione sanitaria non è una novità. Un caso classico è la disinformazione su un presunto, ma ora smentito, legame tra l’autismo e il vaccino MMR basato su uno studio screditato pubblicato nel 1998. Tale disinformazione ha gravi conseguenze per la salute pubblica. I paesi che avevano movimenti anti-vaccini più forti contro i vaccini difterite-tetano-pertosse (DTP), ad esempio, hanno dovuto affrontare una maggiore incidenza di pertosse alla fine del XX secolo.

Come ricercatore che studia i social media, credo che ridurre la moderazione dei contenuti sia un passo significativo nella direzione sbagliata, soprattutto alla luce della dura battaglia che le piattaforme di social media devono affrontare nella lotta alla disinformazione. E la posta in gioco è particolarmente alta nella lotta alla disinformazione medica.

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